La Coppa Italia è anche gossip, ma quando diventa "gogna mediatica", allora abbandona quell’intrinseco gusto di spettegolare su acconciature dei calciatori, outfit degli allenatori in panchina…. E dopo l’app IMMUNI, il tormentone del momento è l’INNO DIMENTICATO!
Vai coi Tweet velenosissimi, i meme cadono come pioggia torrenziale e gli "indignati occasionali" commentano.
Si parla di tutto fuorché di calcio; c’è stata una finale, ha vinto Gattuso contro un Sarri che non ci sta capendo più un c***o, o almeno così mi è sembrato.
Un’attimo di esitazione però è costato a Sergio Sylvestre l’impietoso web per aver, durante l’esecuzione dell’Inno di Mameli, dimenticato le parole. 
Nessuno di noi può sapere e molti nemmeno provano ad immaginare, l’emozione/impressione di dover cantare davanti a 72 mila posti vuoti. In un ambiente surreale con la tragedia sempre presente perché questo coronavirus ne ha lasciata di tragedia intorno.
Che Iddio, o chi per lui, benedica l’emotività e le persone che lo sono, un attimo di silenzio è valso più di mille parole di circostanza. L’arringa difensiva è così conclusa Vostro Onore.
Ma il web non lo sa e prova una forma improvvisa di chissà quale imbarazzo.
La gente si indigna colta da strano delirio patriottico e si arroga il diritto di dire la sua. 
Il cantante nativo di Los Angeles, noto per il successo ad ‘Amici di Maria De Filippi’ del 2016, si è lasciato sovrastare dalle sensazioni e complice l’irreale silenzio dell’Olimpico, ha reso la pausa più plateale di quanto realmente sia stata.
Conosco persone che, lontane dalle tastiere , non riescono a parlarti faccia a faccia chiusi in una stanza.
Sui social è rivolta per la finale di Coppa Italia tra Napoli e Juventus.
Questioni arbitrali? Macché! 
Prima per Sergio Sylvestre, il mastodontico cantante e l’Inno nazionale, poi per la "coerografia digitale" applicata alle immagini tv per colmare il vuoto degli spalti, coreografia che qualche bontempone ha paragonato a FIFA 98 della PlayStation.
Twittaroli scatenati, forcaioli di ogni specie al grido di "inno italiano sputtanato".
Ci sono stati anche molti che hanno additato la scelta del ragazzo come "pro-integrazione" buonista. 
Beh dai, siamo in Italia, dateci qualcosa di stupido per cui protestare e noi lo faremo distraendoci da quello per cui dovremmo davvero protestare.
La finale di Coppa Italia è iniziata con una valanga di polemiche che, nel nostro Paese confuso, non andranno a scemare troppo velocemente.
Sergio Sylvestre si emoziona e si blocca su “le porga la chioma”, il cantante statunitense è già un caso.
Si è fermato, ha ripreso fiato e dopo qualche istante di silenzio è ripartito  portando l’esecuzione al suo finale.
Ma il web non lo sa ed è feroce.
La prossima volta andateci voi a cantare in diretta nazionale prima della finale di Coppa Italia, sempre che conosciate davvero l’Inno di Mameli dalla prima all’ultima parola!
Il pugno chiuso… Il pugno chiuso….. Strumentazione politica? 
Forse il manifesto di ciò che sta accadendo in America, ma di certo non si è ingaggiato da solo e augurargli la morte tra vari social, lo trovo obbrobrioso.
Questa però non è la sede adatta per parlare di politica, della destra o la sinistra, ci tengo solo a precisare che la politica italiana non c’entra niente.
Per farla lunga per farla breve: 
Se la Regina Elisabetta mi chiamasse per cantare "God save the Queen", alla finale della Coppa di Inghilterra, io c’andrei.
Me la farei sotto e, anche per colpa del mio ", British maccaronico", mi azzitterei assai più a lungo che due secondi e l’unica chioma da porgere sarebbe la mia.

Siamo in Italia, ne avremmo di cose per cui indignarci e non è un inno "taciuto" per 2 secondi!

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